Ma la nonna è sempre stata così?” questa era la domanda che la piccola Matilde faceva alla mamma ogni volta che passeggiavano per andare a trovare la nonna di Matilde.
No, la nonna non è sempre stata così - rispondeva la mamma - anzi è stata giovane come me, pensa un po’ è stata addirittura una bimba dai ricci biondi e le lentiggini proprio come te”.

Matilde guardava la mamma un po’ stranita, non riusciva proprio a immaginarsi la nonna diversa da com’era adesso.
Da piccoli, quando incontriamo i nonni per le prime volte, ci sembra che siano sempre stati così e che rimarranno così per tutta la vita.
Un punto di riferimento, perché i nonni non cambiano, rimangono fermi nel tempo a raccontarci di un passato che i vispi e piccoli occhi come quelli di Matilda non avevano mai visto.

Ad ogni modo, Matilde e sua madre raggiunsero la casa della nonna.
Lei li aspettava sull’uscio della porta, e la piccola, lasciando la mano di sua madre, le correva incontro ogni volta che la vedeva.
La nonna prendeva in braccio sempre la piccola e la portava nella sua cucina per fare merenda insieme.
Le piaceva tanto cucinare e sperimentare nuove ricette da far assaggiare alla nipotina: torte, crostate, panettoni e cupcake.

Gli ingredienti molto spesso provenivano dagli alberi che la nonna aveva piantato attorno la casa nel corso del tempo, ad esempio albicocche, pesche, limoni e melannurche.
Quando aveva bisogno di cogliere un frutto, la nonna portava sempre la piccola con sé.
Andavano nel giardino, prendevano la scala e la poggiavano sull’albero.
Reggi la scala con tutte e due le manine”, diceva la nonna mentre stava salendo sull’albero.
Va bene nonna!”, rispondeva entusiasta Matilde.

Una volta rientrati, aprivano insieme il ricettario e sceglievano cosa preparare.
Oggi facciamo qualcosa di nuovo, in vista di Natale”- sussurrò la nonna.
Prendi le mele annurche e quel cioccolato fondente”.
La piccola era in fermento, sarebbe stata la prima ricetta che avrebbe scritto insieme alla nonna.
Così indossarono il grembiule, la nonna tirò su le maniche di Matilde, presero le ciotole e cominciarono a preparare.

Matilde aiutava la nonna in tutto: impastava la farina, sbucciava come poteva le mele e di nascosto mangiava il cioccolato fondente.
Ma lo sai che sei davvero portata” - diceva con orgoglio la nonna.
Anche se ho la faccia e le manine tutte sporche?”, disse Matilde con un sorriso.
La nonna abbracciò la piccola, le sorrise e disse “è la parte migliore sporcarsi, altrimenti non sarebbe divertente“ e con una mano le pulì il viso.

Passarono tutto il giorno a preparare questa nuova creazione e tra mille prove uscì fuori un gustoso panettone.

Da quel giorno Matilde replicò quella ricetta insieme alla nonna, facendo diventare quel panettone sempre più buono.
Lo avrebbe fatto sempre insieme a sua nonna, perché i nonni non cambiano, restano lì fermi nel tempo a ricordarci tutti i momenti passati insieme, anche se non si vedono.

Così Matilde, ogni volta che vuole stare un po’ con la nonna, prende la scala che lei usava per cogliere i frutti, si siede sui rami più forti degli alberi e guardando in su le racconta tutto quello che di bello stava accadendo a quella ragazza dai capelli ricci biondi, dal volto pieno di lentiggini.

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